SCOPRI PANZO

Panzo nasce da un contesto familiare, dalla passione del cibo Italiano, con l’idea di far assaggiare sfiziosi panzerotti fatti con ingredienti Pugliesi locali. Lavorando con contadini e un piccolo laboratorio Pugliese, cerchiamo di esportare la nostra tradizione culinaria in tutta Italia, sempre a bordo delle nostre Ape-car.

L’obbiettivo è semplice: creare una rete di Panzo in tutto il mondo per valorizzare la nostra cultura sul cibo. 

LA NOSTRA STORIA

In una tiepida notte d’autunno ad Alberobello, il signor Panzo non riusciva a prendere sonno.

Continuava a tormentarsi, a rigirarsi nel letto e proprio non poteva chiudere occhio. Che cosa lo tormentava? La paura. La paura che la sua nuova scoperta gastronomica rimanesse sconosciuta. Solo i suoi compaesani avevano avuto la gioia di assaggiare il suo impasto di farina e acqua, ripieno a piacere con tutti gli ingredienti della zona, e chiuso a mezzaluna.

Era una ricetta semplice: una sera, dopo una lunga giornata passata a lavorare nel forno di famiglia, appena rientrato a casa si rese conto di non avere molto per cucinare la cena; a dirla tutta non aveva quasi niente. Della farina, dei pomodori raccolti dal campo la sera precedente e della mozzarella che il suo amico lattaio gli aveva regalato la mattina stessa. Così si arrangiò con ciò che la dispensa, e le sue qualità da fornaio, potevano offrirgli.

“Signor Panzo, signor Panzo chiamiamolo… panzerotto”

Gli aveva detto un ragazzetto passando dal forno, per prenderlo in giro; lì per lì il signor Panzo si era offeso, ma quando si rese conto che col passare dei giorni tutti in paese parlavano dei meravigliosi panzerotti del forno del signor Panzo decise di lasciar correre.

Passarono i giorni, le settimane e i mesi fino a quando, una notte, capitarono davanti alla porta del fornaio due forestieri, venuti da una città lontana, una città nel nord che sembrava non avere più il tempo di godersi la semplicità delle cose, una città che andava sempre di corsa, sempre alla ricerca di qualcosa di nuovo.

I due ragazzi, figli di questa città, erano capitati per caso proprio ad Alberobello, ma non avevano intenzione di fermarsi, sennonché l’ora tarda e la stanchezza li costrinsero a bussare alle porte del signor Panzo. Il forno, vista l’ora tarda era già spento, e gli ingredienti della giornata finiti, ma il nostro fornaio non poteva negare da mangiare a due viandanti stanchi e affamati, e così li invitò nella sua casa. Per non far troppo attendere i due ospiti si mise subito a preparare due panzerotti, ma invece che al forno, che avrebbe richiesto molto più tempo, decise di friggerli nell’olio di oliva, per aggiungere un tocco di originalità, e una volta pronti, prima di darli in mano ai ragazzi gli disse: “Questi si fanno in fretta, come nella vostra città, ma vanno gustati lentamente, proprio come si fa qui”.

I due diedero il primo morso, e per la prima volta qualcuno al di fuori di Alberobello assaggiò la mitica ricetta creata dagli avanzi del signor Panzo.

“Signor Panzo, ma questa cosa è incredibile, come si chiama?”

“Si chiamano Panzerotti ragazzo, e racchiudono tutto ciò che appartiene alla nostra terra” disse il signor Panzo con una punta di orgoglio.

I due ragazzi ringraziarono calorosamente per la cena e si avviarono alla ricerca di una locanda per la notte. Nella stessa tiepida notte d’autunno così come il signor Panzo, neanche loro riuscivano a dormire; continuavano a pensare a quanto fosse ingiusto che nessuno nella loro città potesse rallentare a gustare i meravigliosi panzerotti del forno di Alberobello.

Il giorno seguente, di prima mattina, i due milanesi tornarono al forno, per raccontare all’amato fornaio dei loro tormenti notturni, e scoprirono che erano gli stessi che avevano tenuto il signor Panzo sveglio per tutta la notte.

Da lì in poi fu tutto più semplice.

Trovandosi tutti d’accordo sul da farsi decisero che avrebbero portato i panzerotti, e con loro anche il signor Panzo, in giro per tutta l’Italia, e non si sarebbero limitati ad aprire un forno nella grande città, no. Volevano che proprio tutti potessero avere l’occasione di assaggiare le mezzelune ripiene, e decisero quindi di sostituire il forno con una friggitrice per far sì che la “cucina” potesse essere mobile.

Per potersi spostare, e per poter fermare per un attimo il tempo, nella bocca di tutti.